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29 settembre 2007
Come se fosse amore -come eravamo -
Una lettera d'amore?
A te?
Come faccio a scriverti una lettera d'amore?
Non l'ho mai fatto e, credi - mi conosci abbastanza - che mi sento un po' ridicola.
Perché lo faccio?
Non so, anzi si…
Sempre la solita casinista!
Dai, regalami dieci minuti del tuo tempo.

Le lettere si cominciano con:

Caro amore mio,

(scusa se sorrido, tanto sei fuori in giardino e non mi vedi)

Sei buffo con le maniche della camicia arrotolate e i pantaloni mimetici. Mi piace guardarti mentre sei assorto dalle tue rose e non mi vedi, anche se avverti la mia presenza affacciata alla finestra della cucina.
Hai il volto arrossato e qualche goccia di sudore scivola giù per le guance. Ti asciughi distratto e continui il tuo lavoro.
Sto divagando. Chissà perché è così difficile dire due parole. Due semplici sciocche parole.
Spesso nella vita diamo tutto per scontato, non è vero? Tu ci sei sempre stato, io ci sono sempre stata. Da sempre.
Lo so. Lo sai.
Ma ci sono cose che invece non sai, quelle che non ti ho mai detto.
Mi sono salite alle labbra decine e decine di volte, poi, non so perché, le ho sempre ricacciate indietro, forse nella convinzione che tu non avessi alcun bisogno di sentirle.
Era ovvio che ti volevo bene, ovvio… come si può non voler bene a chi è cresciuto con te e con te ha camminato.
Sorriso.
Pianto.
Tante cose ovvie tra noi. Ovvio il primo bacio, ovvio l'amore in macchina, ovvio vivere insieme.
Anche se non ci amavamo.
Non nel senso comune.
Tra noi niente possesso, niente gelosia, niente ripicche.
Solo la volontà e la gioia di ridere insieme la vita.
A modo nostro.
Quindi, quando quel giorno mi dicesti innocente, che c'era una donna che ti faceva battere il cuore, non potevo prendermela più di tanto. O no?
Non si può declamare la libertà di vivere a gran voce, e poi rimangiarsi tutto, solo perché ti è salito improvviso un groppo in gola.
Ma la libertà fa anche male.
Non so quando l'ho capito, credo quando mi hai detto che andavi via qualche giorno con lei.
In quel momento non ce l'ho fatta a ridere, perdonami.
E ho taciuto. Cosa avrei potuto dire?
Hai fatto le valige e sei uscito dalla porta, sorridente e sereno, ignaro dei miei crampi allo stomaco, e mi hai salutata con un dolcissimo bacio e una strizzatina d'occhio.
Ci vediamo presto mi hai detto.
Ci vediamo presto ho risposto.
Andava tutto bene, a parte il cerchio alla testa e il dolore sordo che batteva nei dintorni del cuore. Tutto bene.
La tua assenza era angosciante, il tuo silenzio un incubo.
Mi mancavi.
Mi mancavi da morire.

lo so che ci sei
lo sai che ci sono
libertà
l'amore è libertà
l'amore è solitudine
l'amore è dolore
non voglio
che faccia male
o non voglio
amore

Sei tornato, pure abbronzato. Sei tornato convinto che io fossi sempre lì, pronta ad ascoltare il resoconto della tua vacanza e a goderne con te.
Perdonami se non ce l'ho fatta.
Tu non potevi certo sapere.
Te ne sei accorto subito che non ero la stessa di sempre, come hai visto il sorriso tirato e le occhiaie di una settimana di notti in bianco e qualche vodka di troppo.
"Ti sei data ai bagordi?"
Hai tentato di scherzare…
E io, da brava stupida, mi sono improvvisata un'influenza micidiale che mi aveva messa a terra.
Ma poi passa.
(Ora sei qui… è già passato)
E invece no, non passava per niente.
Mi sono scoperta a spiare tra le tue cose, a controllarti il cellulare (stupida! Tu non mi nascondevi niente) e a macerarmi nel sentimento più vile del mondo. La gelosia.
L'avventura era finita, e il tuo cuore aveva ripeso i suoi placidi battiti nei miei confronti.
Eravamo di nuovo insieme.
Come sempre.
Mai più come sempre.

E' cambiato
che
ti amo
e voglio che tu lo sappia adesso
se ancora serve a qualcosa.
Amo le tue ombre
e le tue luci
i tuoi fantasmi
e i tuoi burattini
il tubetto del dentifricio sempre stappato
le lattine di Coca mai finite.
amo ridere con te
amo vivere con te.

Tutto qua.
Non lo so se tu provi lo stesso sentimento.
Non so neanche se te lo sei mai chiesto.
Ma non importa.
L'importante è che ci sei.
E che io ci sono.
Anche così.
Dietro una finestra
Che domani…
Domani non lo sa nessuno.

Adesso mi senti proprio, alzi la testa e guardi su, facendoti schermo con la mano, e mi sorridi. Poi ti chini di nuovo sull'aiuola e sfiori delicatamente i petali rossi.
 
posted by Daniela at 17:09 | Permalink | 1 comments
25 settembre 2007
...
Ecco noi
soliti/insoliti ladri
di tempo
che raramente
si lascia rubare.

Ecco noi
poveri/ricchi
di amori
che si nutrono
di fede
e speranza.

Ecco noi
confusi
persi/trovati
in sentieri
ondulati
di salite infinite.

Ecco noi
tutto/tanto/troppo
da dire
da fare.

Stanchi
abbastanza da non aver forza per se stessi
stanchi
mai abbastanza per fermarsi.

Andiamo avanti
io non mollo.
Non mollo mai
 
posted by Daniela at 15:04 | Permalink | 1 comments